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Inflazione e tassi di interesse sono due parametri strettamente correlati tra loro, dai quali dipende gran parte della salute del nostro portafoglio. L’aumento del costo del denaro, che si muove in relazione all’aumento del costo dei beni di consumo, influenza infatti il potere d’acquisto di famiglie e imprese, determinando l’andamento della crescita economica. Ma qual è esattamente il rapporto tra inflazione e tassi di interesse, e cosa succede quando l’una o l’altra salgono? Proviamo a spiegarlo.

Inflazione e tassi di interesse 2022

L’ultima rilevazione Istat ha stabilito che l’inflazione in Italia a marzo 2022 sia balzata al 6,7 per cento su base annua, mentre al momento i tassi di interesse Bce sono fermi a zero. Di contro, i tassi di interesse sui prestiti interbancari, Eurirs ed Euribor, stanno mostrando dei movimenti al rialzo, anticipando un possibile rialzo anche dei tassi di interesse Bce nel corso dell’anno. Ma cosa significa?

Perché se aumenta l’inflazione aumentano i tassi di interesse?

Quando l’inflazione è alta, significa che beni e servizi costano di più rispetto all’aumento dei salari, il che significa che il potere d’acquisto delle famiglie (e delle imprese) si riduce. Ciò normalmente accade in un contesto di eccesso di domanda, legato ad una forte crescita economica, che in qualche modo bisogna frenare per calmare l’aumento dei prezzi.

La misura monetaria che si adotta per limitare gli investimenti a favore dei risparmi – rendendo quindi più conveniente risparmiare che investire, frenando la domanda e quindi anche i prezzi – è, da parte delle banche centrali, l’aumento dei tassi di interesse.

Aumentando i tassi di interesse, diventa più remunerativo tenere i risparmi in banca piuttosto che spenderli; in questo modo la liquidità tende ad essere tenuta ferma negli istituti di credito, invece di circolare. Meno moneta in circolo significa maggior valore e, di conseguenza, minore inflazione.

D’altro canto quando l’inflazione diventa molto bassa, ciò diventa un segnale di economia ferma: per incentivare gli investimenti, quindi, le banche centrali abbassano i tassi di interesse scoraggiando i risparmi e incoraggiando l’immissione di liquidità nel mercato. E’ il caso che si è verificato in questi ultimi sei anni in cui la Banca Centrale Europea ha tenuto i tassi a zero per stimolare la crescita economica. Tuttavia ora lo scenario sta cambiando.